Depressione Ansia e Disturbi alimentari

Prendendo in considerazione il modello di riferimento generico esplicitato nella sezione della malattia, ho cercato di rintracciare, a partire da alcuni sintomi noti in letteratura, il decorso clinico di alcuni quadri sindromici.

 

DEPRESSIONE

Problemi: riguardano l’area relazionale e affettiva per il tono dell’umore alterato che impedisce di gestire adeguatamente i rapporti. Il quadro generale del disagio è infatti identificato dalla voglia di starsene isolati, non vedere nessuno, di non far nulla, dal sentirsi inadeguati e dalla difficoltà a coinvolgersi in iniziative professionali e di tempo libero. Tristezza, scoraggiamento, fallimento, insoddisfazione e senso di colpa sono le caratteristiche più evidenti in soggetti depressi.

Cosa distingue questo malessere? La rigidità degli schemi cognitivi, con cui vengono interpretati gli eventi personali e attraverso i quali si attribuisce un senso alla vita. Tutto è rapportato a sé, alla propria incapacità. Prevale un locus of control interno completamente orientato al versante negativo: il depresso si vede causa di ogni situazione infausta e da qui può avere origine un forte senso di colpa nei confronti delle persone care o con cui si hanno legami, anche superficiali. La drammatizzazione e la generalizzazione sono meccanismi che portano chi soffre di depressione a non vedere affatto aspetti positivi dei fenomeni, definiti invece casi sporadici ed eccezionali.
La vita è un susseguirsi di alti e bassi per tutti, ma i depressi danno solo peso a quegli avvenimenti spiacevoli che rafforzano le loro idee.
Qual è la motivazione forte che porta il depresso a rimanere incastrato nel circolo vizioso dei suoi ragionamenti? Trovare conferma nelle sue ipotesi di mancata realizzazione personale per prefigurarsi vittima del proprio atteggiamento e di un mondo ostile.

 

ANSIE E FOBIE

Problemi: paura di perdere le proprie sicurezze, punti fermi, perché viene minacciata la propria integrità. Se diventa eccessivo questo stato d’animo sfocia in un attacco di panico.
Cosa distingue il pensiero di costoro?
L’esagerato controllo sugli eventi esterni e interni il cui scopo è quello di anticipare e prevedere l’esito dei fenomeni. Tutto è interpretato seguendo arbitrarie convinzioni e sono proprio queste a determinare una restrizione dello spazio fisico e sociale, con l’evitamento di quei luoghi e quelle situazioni che potrebbero scatenare ansie, compromettendo l’equilibrio personale.
Qual è la motivazione forte?
Il bisogno estremo di avere dei punti di riferimento solidi contro il senso di solitudine che potrebbe provocare il dubbio, in quanto tali persone non si sentono protette e supportate da niente e nessuno. Inoltre a scatenare le reazioni dell’ansioso c’è la spasmodica ricerca di libertà per combattere i sentimenti di costrizione, che egli prova di fronte agli eventi quotidiani, nell’istante in cui comprende che si svolgono fuori dalla sua possibilità di supervisione.


DISTURBI ALIMENTARI

Problema: l’incapacità di gestire in modo adeguato le emozioni, che si manifesta in un rapporto conflittuale con il proprio corpo. Questo porta ad un controllo rigido della quantità di cibo ingerita (nel caso dell’anoressica) e ad una smisurata assunzione di calorie (nel caso dell’obeso) per colmare un vuoto affettivo interiore a cui non si riesce a trovare altro rimedio.
Cosa distingue il pensiero di queste pazienti?
Quella visione del mondo concentrata sul cibo, rifugio da ogni sofferenza della alla vita. Si tratta di persone che costruiscono la loro falsa identità sulla base di “quanto mangiano”: in un caso la riduzione del cibo serve per tenere a bada le emozioni forti e per imitare la perfezione, nell’altro i pasti abbondanti, indice di una mancanza di autocontrollo, aiutano a ricoprire il malessere avvertito e ad illudersi di possedere maggiori energie per sconfiggerlo. Non mancano poi i sensi di colpa successivi alle loro ambigue condotte alimentari.
Qual è la motivazione forte di chi soffre di anoressia e obesità?
Sfidare il mondo materiale e dimostrare di poter sopravvivere, malgrado le conseguenze evidenti della loro lenta autodistruzione. L’astenersi nell’anoressia e l’accumulare nell’obesità sono espressione del risentimento verso quei modelli amati e ammirati che alla fine si trasformano nell’unico vero nemico da combattere. L’altro infatti è sempre dove chi sta male, vorrebbe essere e invece non è.

 

Queste sono solo alcune delle patologie conosciute, tutte comunque non sono altro che una mobilitazione individuale volta alla ricerca di una soluzione, nel momento in cui si nota qualche minaccia che potrebbe ostacolare il raggiungimento di mete predisposte. Chiaramente lo schema generale, non può essere generalizzato, ma è una base su cui si poggiano poi le ragioni individuali.
Una via verso la guarigione potrebbe essere apprendere nuovi schemi di risposta, in modo da disporre di altre strategie da adottare in situazioni potenzialmente stressanti.
In realtà il corpo ci dice tutto, bisogna ascoltarlo e non lasciarsi guidare dalle ossessioni della mente. Siamo attrezzati naturalmente per discriminare ogni forma di violenza, ma tutto sfuma e si ha un disorientamento se avviene il predominio del senso di minaccia e di terrore. Scrutare i segnali dell’organismo, che ammonisce, se gli si impedisce di funzionare, è l’unica soluzione efficace.