Gli adolescenti

Gli adolescenti e i loro cambiamenti

L’adolescenza viene definito in generale come un periodo della vita in cui una persona subisce notevoli trasformazioni fisiche e non solo, in un lasso di tempo relativamente breve. Nel giro di qualche anno sono altissimi, hanno emozioni complicate, percepiscono di più i limiti e le fatiche che devono affrontare e sperimentano con tanta intensità la frustrazione legata al non raggiungimento di certi obiettivi quotidiani.  Per questo motivo, i ragazzi spesso si lamentano di non essere compresi o dai compagni o dai familiari. Hanno idee confuse, non coerenti, fanno tragedie per tutto e vivono le emozioni con una intensità tale che ogni evento sembra per loro definitivo e senza soluzioni. Scattano allarmati e si ribellano, iniziando ad usare un linguaggio a cui gli adulti di riferimento non sono abituati.

Possiamo aiutare i ragazzi ad accettare i cambiamenti in un modo che non sia traumatico per loro? Riusciamo a capirli e a migliorare la comunicazione con loro?

Non è un compito facile, perché richiede molta pazienza e sforzi da parte degli adulti, che si trovano di fronte una persona di colpo schiva e distante, che non sembra più trasparente come prima.

Tuttavia, ci sono diverse strategie che possono aiutare a interpretare i veri bisogni dell’adolescente. Dietro il comportamento vanno visti i sentimenti e i pensieri che essi sperimentano. A volte ci sembrano assurdi, ma se ci poniamo in atteggiamento di ascolto, forse quello che definiamo indecifrabile piano piano si svela nella sua semplicità.

Perché sono ribelli?

Apparentemente pare una stranezza, ma è molto meglio che inizino a dire la loro opinione, piuttosto essere remissivi, perché per accontentare i genitori o non deluderli finiscono per perdere se stessi e soffrire. I giovani di quell’età, che per la prima volta fanno i conti con il pensiero razionale, sentono l’esigenza di avere maggiore indipendenza, scoprire nuovi orizzonti ed allontanarsi un po’ dai loro genitori, per trovare la loro strada. Se non diamo loro quest’autonomia, lotteranno per ottenerla. Per non parlare della paura di alcuni che vorrebbero fare ma non si sentono in grado e allora chiedono al padre, alla madre e si convincono che senza di loro non ce la fanno male. Si passa da fasi di attaccamento morboso a sensazioni di pressione, che magari non viene ma è frutto di paranoie e rigidità di convinzioni che si strutturano con le esperienze. Ed ecco urla crisi, insulti e momenti difficili; certi giorni la rabbia, altri il senso di colpa. Oppure faccio io lasciami fare, tu non capisci niente oppure aiuto sono un fallito non farò mai niente di buono. A niente serve dare istruzioni, convincere portarli a ragionare in certi momenti devono buttare via tutto.

E per questo sarebbe meglio imparare ad entrare in sintonia con loro attraverso l’empatia. La capacità di metterci nei panni di qualcun altro e capire quali sono i suoi sentimenti e i suoi processi mentali è fondamentale.

Tutti noi siamo stati adolescenti, è utile ricordarsi come eravamo e quanta insicurezza c’era e come certi giorni era difficile fare i conti con i limiti imposti dai grandi. Ma, attenzione!  Se vogliamo davvero capire le preoccupazioni dei ragazzi bisogna tener conto che le esigenze sono cambiate e che non tutti la pensano come noi un tempo. Dobbiamo esercitarci ad ascoltarli e accogliere i loro ragionamenti. Lasciamo spazio al silenzio, allo sfogo. Non diamo la soluzione o rimproveriamo sempre, è bene manifestare che gli vogliamo bene, che li capiamo e che piano piano saranno affrontare. Incoraggiarli è al parola chiave, mettergli davanti che sbagliare serve ed è impossibile fare tutto bene. La nostra tolleranza li farà muovere con meno ansia.

Un adolescente inizia una fase della sua vita in cui ha bisogno di fare delle piccole scelte, senza essere considerato sbagliato o infantile. Inserirsi nella società e sentirsi riconosciuto conta molto. Certo spesso non mostrano di esserne capaci, allora noi possiamo partire dai momenti no, dalle delusioni per condividere e capire dove vogliono arrivare. Ricordiamoci però che quello che loro raccontano come grave, noi non dobbiamo sminuirlo. Non hanno ancora la capacità di leggere le situazioni con una visione d’insieme realistica perché hanno poche esperienze. L’amicizia è al primo posto e se non si sentono bene in un gruppo di pari non ce la fanno ad andare a scuola, si sentono infelici. La gelosia, l’isolamento, a volte i comportamenti di vittimismo o di aggressività verso gli altri fanno da protagonista Sminuire questi bisogni o credere che non siano importanti è un errore enorme che un adulto non dovrebbe mai commettere.  Dobbiamo comprendere che un problema che per noi non è altro che una piccolezza, per loro può essere una montagna invalicabile. Agite di conseguenza, usate l’empatia e riconoscete la loro sofferenza e il loro bisogno di indipendenza. 

Il loro corpo sta cambiando, e con esso anche il loro cervello e il loro modo di vedere il mondo. Hanno bisogno di affermarsi, di uscire dalla comodità della vita insieme ai genitori e di trovare un proprio codice etico.

Dobbiamo capire che si tratta del periodo sbagliato per cercare di imporci su di loro. È normale litigare, e che nostro figlio ci esponga il suo punto di vista, giusto o sbagliato che sia, che spesso sarà diverso dal nostro. Se non lo accettiamo come una cosa naturale e logica e se non impariamo a dialogare, non potremo mai capire i ragazzi di quest’età.

Se vogliamo davvero capire un adolescente, dobbiamo lavorare molto e accettare il cambiamento. Molte cose le sappiamo, li abbiamo cresciuti noi ma poi hanno avuto modo di confrontarsi di sviluppare le loro idee, allora facciamoci raccontare e sapremo dialogare meglio. Soprattutto facciamogli venire il desiderio di confrontarsi, perché se gli imponiamo il nostro punto di vista non ne vorranno sapere di informarci di loro. È consigliabile dialogare molto, lasciargli un certo spazio privato, capire che non è più piccolo. Dovete essere realistici ed obiettivi, non esagerare quello che vediamo ma pur tener conto delle loro difficoltà, per potergli offrire delle informazioni su come affrontare eventuali imprevisti. Dietro ogni azione che ci appare disordinata è bene far luce sulle convinzioni che se diventano troppo rigide potrebbero compromettere l’efficienza pratica e di conseguenza la serenità. E per questo occorre che noi stessi sviluppimao flessibilità e apertura mentale per accogliere totalmente i figli che sono diventati con il tempo persone diverse .