Star bene con gli altri

 

Star bene con gli altri

Per vivere bene con gli altri occorre innanzitutto star bene con se stessi, costruirsi una buona autostima e avere fiducia nelle proprie azioni.
Poi per legarsi in modo costruttivo  è bene dar valore alla relazione in sé, come fonte di scambio sostegno e fiducia reciproca. A partire da questa verità, seguendo un pò le linee di un testo di 
Omar Falworth, L'arte di vivere bene con gli altri, Essere Felici Edizioni già presentato nel settore libri (http://www.comestarbene.it/wb/pages/la-morale-come-spinta-a-far-bene/la-morale-che-aiuta-a-star-meglio.php), ho formulato le seguenti considerazioni.

Alcuni aspetti, tra loro collegati e tutti importanti, vanno considerati se si vuole andare d'accordo:

- accettare gli altri;

- non giudicare, ma accogliere  la diversità;

- offrire a gli altri sentimenti positivi;

- dare agli altri tempo fiducia aiuto;

- vivere stare con gli altri e non generalizzare se le cose non vanno, ma risolvere la questione;

- avere una buona comunicazione;

- farsi accettare come imperfetti e cambiare solo se ritenuto necessario;

- usare i litigi per migliorare il legame.

 

Accettare gli altri

Quando siamo con gli altri, spesso le loro diversità vengono considerate dei difetti, ci permettiamo di giudicare, di pensare che il nostro modo di fare sia migliore. Ma in realtà queste considerazioni solitamente non sono vere, perché si può trattare di punti di vista distanti ma comunque validi. E poi quello che per noi è strano per un altro fa parte dei suoi sistemi di valore.

Accettare posizioni non uguali implica fare lo sforzo di ampliare le chiavi di lettura delle situazioni e ascoltare l’altro, dando valore alle esperienza altrui. Quelli che consideriamo difetti, sono differenze di vedute, di stile di vita o di gusti. Noi abbiamo come punto di riferimento le nostre idee, ma tutto è soggettivo e temporaneo. Non esiste un solo metro di giudizio per valutare se una cosa è fatta bene o no. Se il comportamento altrui  ci sembra sbagliato, ma non ci reca danno, meglio lasciar stare. Altrimenti valutiamo il danno e cerchiamo di pretendere rispetto.

 

Non giudicare, ma accogliere  la diversità

Un modo migliore di vivere implica ridurre la diffidenza nei confronti degli altri. Certo ci frequentiamo tutti i giorni ci richiede impegno perché molte cose ci danno fastidio, non le sopportiamo, eppure abbandonando le critiche e le generalizzazioni possiamo interagire con meno screzi. Se mi viene fatto qualcosa e generalizzo accusando l’altro di fare sempre così non riesco ad affrontare la questione, ma mi concentro sull’idea che non ci sia niente da fare.

Se vedo la persona come cattiva, insensibile, non mi metto nei suoi panni e finisco sempre per trovare in lui il peggio. Accogliere la diversità lascia una apertura che può anche favorire un cambiamento qualora l’altro abbia voglia di venirci incontro. Viceversa lo scontro acuisce la distanza e irrigidisce.

 

Offrire agli altri sentimenti positivi

Se siamo gentili e disponibili con le persone del nostro contesto sociale, questo atteggiamento permette di crearsi una rete di sostegno molto vantaggiosa che aiuta a non sentirsi soli nell’affrontare le problematiche quotidiane. Non tutti ci ricambieranno, ma i linea di massima rendersi ben disposti a collaborare aumenta la possibilità di conoscersi, di condividere attività ed esperienze.

La famosa socializzazione che riteniamo tanto importante per il bambino che cresce è essenziale anche nel mondo adulto. E’ molto bello dare incoraggiamento, fare un complimento e prima o poi emergeranno gesti di solidarietà, basta saperli guardare.

 

Dare agli altri tempo fiducia aiuto

Se ci rendiamo più amabili e non pretendiamo nulla, riusciamo a gioire di più. Infatti apprezzare gli altri, essere disposti a dare una mano sono attività mentali che sono fini a se stesse, procurano soddisfazione e  non devono essere considerati mezzi per altri scopi, tipo il riconoscimento. Quando siamo con gli latri, se riusciamo a mettere da parte le difese, l’atteggiamento contrariato e diamo il meglio di noi, offriamo un sorriso, una pacca sulla spalla. Sono cose che fanno star bene e chi fa molto per gli altri, fa anche per sé. Qui è chiaro che tutto parte dall’amore per sé che consente di offrirsi agli altri e nuovamente ricaricarsi.

 

Vivere, stare con gli altri e non generalizzare se le cose non vanno, ma risolvere la questione

Al mondo esistono individui con diverse personalità, chi è più positivo, chi meno, chi per certi versi ottimista per altri catastrofico. Alcuni ci piacciono con altri si fa più fatica a interagire.  Si può decidere chi frequentare e con chi entrare in confidenza ed è ovvio che laddove c’è più apertura è più facile.

In ogni caso pian piano si può iniziare un rapporto e se le cose non vanno bene, si può interrompere, ma questo non deve portare alla sfiducia totale, meglio ridefinire il contesto e allontanarsi frequentando di più chi abbiamo in sintonia con esigenze e piaceri. 
Non si può andar bene a tutti e pretendere di star bene sempre! E anche se a volte si è costretti a vivere con persone non troppo affini, se si è comprensivi e flessibili e sereni dentro, si riesce a vivere bene con loro, mettendo da parte il giudizio.

 

Avere una buona comunicazione

Dialogare e mostrare rispetto nel dire le cose è fondamentale. Accanto a questo bisogna essere capaci di farsi capire, di affermare con sicurezza le proprie opinioni per evitare di essere fraintesi o per rimanere inascoltati.  Riuscire invece a trasmettere i nostri veri pensieri e sentimenti procura enormi benefici nelle relazioni.

 

Farsi accettare come imperfetti e cambiare solo se ritenuto necessario

Nel corso dell’esperienza dovremmo cercare di farci conoscere per quello che siamo in modo da sentirci liberi di fare e pensare ciò che crediamo opportuno.  Non dobbiamo aver paura di rimanere soli e quindi accontentare sempre, tacere e compiacere. Oppure essere perfetti perché ci spaventano i rimproveri o temiamo di essere allontanati.

Se si sta bene con sé, si accetta la solitudine di certi momenti e ci si prepara all’incontro, migliorando laddove lo pesiamo giusto e doveroso, come frutto di sforzo e impegno reciproco, non solo per non discutere o far contento l’altro. E imparando anche a star soli si riduce al dipendenza dagli altri e ci si rende felici in parte con le proprie facoltà, in modo che gli altri possano poi aumentare quella sensazione di appagamento, già ottenuta in parte.

 

Usare i litigi per migliorare il legame

La vera serenità non si trova nei sogni realizzati, ma nel saper mitigare i contrasti e nel costruire buoni rapporti di amicizia. Le divergenze che portano al litigio  non sempre sono un male. Una discussione è proficua quando ognuno espone i propri pensieri e si cerca un compromesso perché nessuno ha mai veramente ragione o torto. In tal modo si riesce anche a notare i lai positivi degli altri e a usarli per mediare.