Il controllo delle emozioni

Il controllo delle emozioni.

Quando il controllo si sposta poi sul disagio emotivo, la situazione si complica ancora di più perché la mente umana ha una elaborazione particolare e soggettiva riguardo quello che sente. Avvertire un disagio, preoccuparsi per tutto, avere paura di esporsi o pensare sempre di non essere all’altezza porta ciascuno di noi a misurare continuamente le reazioni che abbiamo di fronte alle cose. Mi batte il cuore, sto in affanno, allora sono in pericolo? No, quando io mi metto nella condizione di dubitare del mio star bene allora ogni sensazione fisica diventa un indizio da non trascurare. Ed è proprio così solo che va cambiato l’interesse che mi spinge ad intervenire. Non devo correre al pronto soccorso perché sto morendo, ma calmarmi e ritrovare il giusto respiro che porta la razionalità a ragionare su cosa sta accadendo per poter migliorare quello che c’è alla base di tutto. La vita ci porta a stare stressati, a non vivere spontaneamente a fare un dramma se ci capita una malattia fisica e questo complica tutto. Nessuno desidera avere un tumore, chiaro, eppure sottoporsi alle cure adeguate con il comportamento giusto aiuta nel processo di guarigione. Il nostro stato d’animo, va ascoltato ma non definito in un confine. Non voglio stare male ma se sono convinto che passerà, rallenta la mia urgenza di non sentire più agitazione interiore.

Si può controllare il dolore? Il mio dispiacere per qualcosa posso affrontarlo senza esserne spaventato a tal punto da volermi anestetizzare con le cose da fare, con il cibo, con il bere, le droghe?

Il malessere psicologico ha una espressione che si compone di tante sfaccettature, non posso controllarlo completamente. E'possibile essere in equilibrio con le emozioni, ma a volte ci sfuggono di mano e allora occorre prendersi le conseguenze. Le nostre scelte a volte deludono gli altri che hanno alte aspettative e non questo non lo tolleriamo. Eppure se ci riflettiamo possiamo capire se in quel momento fermarsi era l’unica cosa fattibile, oppure accogliere il suggerimento e reimpostare un nuovo obiettivo.
Sta di fatto che tra il pensiero e l'azione ci vuole una pausa. C
i sembra impossibile che la soluzione sia attendere. Cosa dobbiamo attendere? Per noi abituati a fare a vedere già in anticipo le conseguenze delle nostre azioni, a voler vedere subito i risultati, attendere che tutto passi da solo ci sembra impossibile. Anche perché quella sensazione di non essere in forma permane. Cosa passa e cosa posso controllare in queste circostanze? Posso decidere io come interfacciarmi  con la situazione. Che sto male è normale, mi sono agitata troppo, allora se sto tranquilla passa l’intensità dell’emozione e i valori del cuore, della pressione e del respiro affannoso si riporteranno alla loro linea di partenza. Scoprire i vantaggi della calma è una grande ricchezza. In questa circostanza tutto assume contorni diversi, mi accorgo di tante cose che nel trambusto neppure avevo notato e la ragione comincia a funzionare di nuovo. Nel momento in cui scatta il terrore il segnale emotivo anticipa quello mentale e crea un corto circuito. Fermatevi un attimo e poi si riparte più grintosi di prima.