Corso sull'affettività per ragazzi

PROGETTO: affettività ed emozioni nel mondo giovanile

La sfera emotiva personale rimane sempre un punto oscuro a cui solo pochi ragazzi fanno riferimento nella vita personale. Quello che è il punto di forza di ognuno spesso viene scambiato per vulnerabilità e confuso con il senso di smarrimento a cui ognuno è sottoposto nei momenti cruciali della vita. Avere padronanza delle proprie emozioni, chiamarle per nome e gestirle rappresenta un importante obiettivo per ogni giovane interessato ad vivere in piena consapevolezza sfruttando al massimo quello che la vita offre. Incontrarsi e parlare di affettività sfruttando il confronto, diventa una occasione per dar voce ai sentimenti interni che se non portati all’esterno rischiano di rimanere soffocati.

Temi di discussione

La conoscenza del mondo emotivo e del linguaggio affettivo

La conoscenza di sé: scoprire e poi sperimentare parti di sé nascoste, a volte belle, ma altre negative aiuta a padroneggiare le proprie doti e a dare il meglio di sé calibrando le diverse opportunità alle proprie competenze.
La consapevolezza delle emozioni: saper dar nome a come ci si sente aiuta ciascuno nel riconoscimento di eventuali problemi da affrontare e nel saper cercare adeguatamente le strade per porvi rimedio.
La capacità di distinguere il proprio vissuto da quello degli altri: integrarsi e riconoscersi in un gruppo, non deve far dimenticare l’autenticità del singolo.

 

Le Emozioni nel difficile rapporto tra adulti e giovani.

La differenza dei ruoli: la chiarezza dei confini generazionali permette ai ragazzi di gestire meglio i propri compiti e di riconoscere in modo rispettoso le competenze altrui. Infatti le responsabilità premature e l’anticipazione dei tempi portano a conflitti interiori e a disagi nelle relazioni.
La coerenza delle regole: l’organizzazione di contesti sociali attraverso delle regole favorisce l’adozione di comportamenti responsabili nei giovani, che hanno un estremo bisogno di muoversi con sicurezza nell’ambiente in cui si trovano.
La flessibilità nella valutazione dei comportamenti: l’inevitabilità di errori comuni necessita un atteggiamento di apertura non volto alla condanna, ma all’utilizzo delle imperfezioni per successivi miglioramenti.
Le risorse personali: favorire un processo di apprendimento maturo significa incoraggiare un livello di indipendenza adeguato all’età. Per ottenere ciò occorre non puntare sulla prestazione o sul risultato, ma sull’impegno e la buona volontà. Saper essere è prioritario rispetto al saper fare.
La comunicazione efficace: per capire e farsi comprendere è essenziale prima di tutto ascoltare e poi esprimersi con precisione evitando malintesi o atteggiamenti aggressivi.
Le relazioni affettive: dal momento che i bisogni umani vengono soddisfatti all’interno delle interazioni significative, gli adulti e i giovani si devono avvicinare attraverso scambi costruttivi.

Le caratteristiche principali del disagio dei giovani.

I momenti di crisi: l’interpretazione di una esperienza personale come pericolosa, minacciosa porta ad ansia e tensione che possono produrre oppressione e sfiducia. Comprendere e affrontare tali episodi è il primo passo per insegnare ai giovani i metodi più adatti per risolvere i problemi e per agire in modo efficace.
Cause e conseguenze della sofferenza: esperienze vissute in termini di vergogna, depressione, rabbia o colpa alterano il vero significato dei fatti e conducono a strategie di risoluzione non sempre positive.
Dalla paura alla malattia: situazioni complesse di disagio sono alla base del malessere riscontrato tra i ragazzi, le cui preoccupazioni sfociano rapidamente in veri e propri drammi esistenziali.
Disturbi alimentari, condotte aggressive, difficoltà nel rendimento scolastico e abuso di sostanze : a partire da queste tre tipologie di esempi si può arrivare a definire sia i fattori da cui ha origine un disagio sia gli elementi che nel corso degli anni lo alimentano, malgrado i tentativi di porvi termine.