Interesse a far bene

INTERESSE A FAR BENE

Quando si vuole portare a termine un progetto è molto importante avere come obiettivo prioritario quello di fare bene, senza farsi influenzare dal bisogno di ricevere l’approvazione degli altri, altrimenti si rischia di essere spinti dal giudizio altrui senza vedere quali sono i passi per ottenere quello che si desidera.
Ad esempio, se si vuole cucinare un piatto o un dolce, prima di tutto si deve avere a disposizione del tempo. La fretta in questi casi non aiuta affatto, ma impedisce il perfezionamento del risultato. Poi bisogna procurarsi gli ingredienti necessari e con pazienza si deve mettere in pratica la procedura che garantisce un buon esito delle ricette consultate. Se si è solo preoccupati di ricevere i complimenti del partner o di far contenti  i figli  e gli amici si va incontro ad una grossa delusione, perché la loro reazione potrebbe essere dettata da una mal disposizione o da una insoddisfazione personale, che non ha a che vedere con la bontà della pietanza.
Lo stesso ragionamento vale nel caso in cui ci si impegna per realizzare un progetto lavorativo. Dietro i singoli comportamenti e la sequenza, che è importante eseguire per raggiungere quello che si è programmato, è fondamentale riconoscere il desiderio di impegnarsi al massimo, sfruttando le proprie risorse, al fine di rendere concreto quello che si è deciso di intraprendere. Altrimenti se si vuole solo fare bella figura e ricevere una opinione di apprezzamento, ci si concentra solo sull’apparenza, che non sempre coincide con quello che è utile per gli scopi prefissi.
Quello che conta innanzitutto quindi è la motivazione personale che abbiamo nel compiere qualsiasi atto e nel scegliere le nostre azioni. E’ chiaro che le congratulazioni e le idee delle persone con cui ci confrontiamo contano. Difatti, le affermazioni positive ci gratificano, ma devono essere un effetto di quello che si ottiene in seguito al nostro impegno, non l'obiettivo prefissato. Le opinioni contrarie, invece, non ci devono spaventare o scoraggiare, ma devono servirci da spunto per migliorare quello che non va e perfezionare ciò che funziona bene.


Quindi far bene significa:
- decidere quale meta si vuole raggiungere;
- valutare tempi e costi dell’impresa;
- cercare le risorse necessarie;
- monitorare i micro obiettivi che consentono di realizzare il programma ipotizzato;
- servirsi dell’esperienza per esaminare l’esito dei nostri atti, in modo da rendere sempre migliore l’applicazione di quanto intenzionalmente si voleva ottenere.


L’atto buono non va visto solo per quello che nel momento immediato produce, ma si deve inquadrare in un contesto più ampio che guarda le evoluzioni naturali e che permette di adattare alle circostanze esterne i propri ideali e valori di riferimento. Inoltre vanno anche presi in considerazione mezzi leciti ed efficienti che agevolano l’esito buono di quello che si vuole fare.
Determinazione, grinta e fiducia in sé non devo mancare mai; solo queste doti aiutano a non perdere di vista l’interesse a far bene.

L’idea d far bene e migliorare non deve però essere confuso con la mania di perfezionismo, atteggiamento molto diffuso che dipende dal fatto di misurare il proprio valore personale in base alle prestazioni. Nei perfezionisti spesso gli standard da raggiungere sono troppo severi, procurando costante insoddisfazione e frustrazione. Se l’interesse è far bene, questo problema non si crea più.
Quando si è intenzionati a guardare il risultato per quello che è, libero da quello che pensano gli altri o dalla convinzione sotterranea che se non si è perfetti si viene giudicati male, allora ci si concentra sulle situazioni concrete e non sui pensieri distorti riguardanti l’immagine che si dà o si riceve con quell’agire. Guardare i fenomeni per quello che sono aiuta ad apprezzare i progressi e ad affinare le proprie abilità per far sempre meglio laddove serve. Nonostante parziali insuccessi, si può continuare a fare quello che si stava facendo, attuando comportamenti costruttivi che consentano, invece di rimuginare sugli errori, di trovare altre strade o cambiare radicalmente certi obiettivi parziali.