Equilibrio tra perfezione e imperfezione

 

 

La ricerca di ordine e di sicurezza

 

 
Le persone perfezioniste sono spesso dotate di buone capacità di ragionamento. Ma il loro pensiero è spesso limitato e hanno difficoltà nel comprendere le ambivalenze della vita e le contraddizioni. Vogliono chiarezza e trasparenza e sono rigidi.
Le convinzioni con cui interpretano i fenomeni sono: 
-       ad ogni problema c'è sempre una risposta chiara;
-       ogni questione ha una soluzione netta;
-       le criticità hanno modo di essere affrontate con metodi ottimali sempre.
Risposte e soluzioni approssimative sono compromessi falsi. Seguono il pensiero forte del tutto o nulla. Oltre ad una immagine esteriore precisa e corretta che non ammette compromessi, evidenziano con parole e comportamenti una struttura cognitiva lineare che di basa sul fatto che ciò che è giusto non prevede sfumature o eccezioni. Si illudono che si possa stabilire a priori ciò che deve accadere e ciò che invece non deve mai succedere. 
Ad esempio al lavoro di devono raggiungere necessariamente certi risultati altrimenti si è falliti e quello che è fatto male non può che essere condannato a priori perché porta ad insuccessi.
Accanto a questi ragionamenti la persona precisina manifesta una costante ricerca di sicurezza. Il perfezionismo porta a sviluppare una certa dose di ansia, che se non controllata adeguatamente aumenta fino a diventare un rumore di fondo che disturba. Pensiamo a chi ci tiene molto all’ordine, perché sente la necessità che tutto sia sempre al suo posto.
A sostegno del motivo perché è così importante riordinare viene riferito che:
-tutto si trova più facilmente;
- se si lascia tutto in giro il disordine porta caos e si vive male;
si risparmia tempo se l’ordine viene fatto costantemente.
Ma queste motivazioni apparentemente obiettive hanno a che fare con degli impulsi chiari che se diventano estremi, fanno solo danni. E’ essenziale infatti pulire ma imparare ad essere flessibili per sistemare e riordinare in maniera ragionevole, senza dover dipendere dal controllo continuo che niente sia fuori posto.
Se si va a fondo in certe situazioni per cercare di capire se si tratta di un problema davvero, per chi ha la mania di pulire non è importante l’ordine, ma eliminare il disagio che si prova di fronte al disordine. Ansia per le piccole cose non riesce a essere contenuta; il perfezionista si sente perso perché il suo atteggiamento ha dei collegamenti con la paura dell’ignoto e quindi si concentra sulle certezze possibili in modo da non essere sovrastato dal caos esterno che richiama quello interiore. La ricerca di sicurezze, di routine e abitudini precise serve come forma di difesa.  Questo sentimento generale non è molto evidente, si nasconde sotto forma di preoccupazioni. Il bisogno di lucidare la casa senza tregua, di riorganizzare gli ambienti in cui ci si muove, è solo un sintomo e le vere ragioni con molta probabilità sono nascoste, perché stiamo parlando di persone molto convinte della loro posizione, che cercano di addestrare chi hanno intorno alle loro stesse priorità.
Molti di coloro che hanno questa esigenza devono controllare tutto in maniera compulsiva ed esagerata e sono consapevoli di questo atteggiamento rigido, ma non lo vogliono modificare perché evidenziano la grande utilità per il benessere comune. La loro scarsa disponibilità a modificare la loro fissazione li rende testardi e poco ragionevoli.
Se ci pensiamo bene estendendo il discorso alla rigidità modalità che si st sviluppando con il virus e il contagio attuale del covid 19, al precisione delle regole, la necessità di disinfettare, di proteggersi dal contagio favorisce di gran lunga dia il pensiero che il comportamento di tipo perfezionista, non lasciando spazio a pensieri più logici.
Essere prudenti va bene, mantenere le buone norme igieniche è importante, così come è funzionale tenere la casa ordinata e sistemare il lavoro, ma non è utile estremizzare ed essere schiavi di un modo di afre così eccessivo.
Questo si può estendere al dover pulire sempre, al lavorare senza tregua, a tutti quei comportamenti che sono esasperati e non sono una scelta, bensì un dovere che si costringe a non poterne fare a meno. Una cosa non fatta o un errore portano al disordine, ad un dover lavorare ancora ma è proprio dalla creatività e dall’innovazione che possono mergere tante nuove piccole verità.
Facciamo spazio all’incertezza per porci altre domande e per dare uno sguardo diverso a ciò che ogni giorno ci appare identico.
 E' l'unico modo per non stare sempre in affanno e stare piùà sereni.