Studiare, come fare?



La voglia di studiare, cosa è e come farsela venire.

Chissà quante volte abbiamo sentito dire dai ragazzi, o è successo a noi stessi, di non avere voglia di studiare. Esistono tante tecniche che aiutano a capire come fare, ma questo non basta, se dietro c’è il sentimento di non volerlo fare. La motivazione è il punto cruciale, l’unica che può farci cambiare idea quando siamo scoraggiati.

PERCHE’ STUDIARE SE NON HO VOGLIA

Le ragioni per cui manca questo stimolo a fare i compiti o a portare a termine la preparazione di un esame sono diversi e cambiano da persona a persona.

La motivazione si abbassa se:

  1.  si prende lo studio solo come un obbligo;
  2.  si punta alla perfezione;
  3.  non si è mai soddisfatti dai risultati o se non ci si sente capaci;
  4.  si percepiscono gli argomenti come noiosi o inutili.

Vediamo nel dettaglio ognuna di queste cause. Più si va nel cuore del problema, infatti, e si capiscono le emozioni e convinzioni che stanno dietro queste reazioni di ostilità, blocco o ansia relativa allo studio, più si è in grado di programmare possibili soluzioni.

  1.    Lo studio è un dovere e basta?

Se lo si vive esclusivamente come un obbligo ci si sente frustrati.

E’ vero che un po’ si tratta di un impegno preso, ma accanto al dovere va unito il concetto di volere. Ovvero voler usare le proprie risorse per imparare a parlare, a raccontare cose lette, a vivere lo studio come una opportunità per riconoscere le proprie abilità cognitive e non solo.

  1. La perfezione non è mai possibile, sebbene ci illudiamo di poterla raggiungere.

 La ricerca affannosa di emergere, della prestazione pura e semplice finisce a lungo andare per bloccare.

Quando si ha l’atteggiamento “o si fa bene oppure niente”, lo studio diventa pesante. Si ha la pretesa di sapere tutte le informazioni come se fossero fondamentali. E se anche così fosse, comunque ad un certo punto la persona si sentirà bloccata, perché ci sono troppe cose da sapere (quindi, si finisce che puntando al massimo, si ottiene il minimo).  E’ il caso di dire che si arriva al capolinea privi di energie a disposizione.

Sia chiaro, se l’argomento piace e lo sforzo di eccessivo impegno non pesa, è davvero una gran cosa. Ma se si sta studiando una materia che non piace e alcune informazioni sono dei super dettagli, allora si può lasciare un attimo da parte la “mania da perfezionismo” e concentrarsi, prima di tutto, sugli aspetti più importanti da sapere.

  1. I risultati sembrano non arrivare e ci si sente incapaci.

A volte può succedere che non si è soddisfatti dei risultati. Ad esempio, dopo un’intera giornata passata sui libri, si la sensazione di ricordare poco o nulla e ci si pone il dubbio che non serva a nulla quella quantità di nozioni. Oppure ci demoralizza che ci sono troppe verifiche e non si ha mai tempo di respirare. Si tratta di trovare il modo di organizzarsi e di guardare una materia alla volta. Come quando si corre e si devono fare tanti km, meglio concentrarsi su uno step alla volta, non il traguardo che sembra impossibile. In preda al panico è facile scoraggiarsi e pensare di non essere in grado di reggere. Poi se arrivano capitoli indecifrabili ecco che confrontandosi con chi è più veloce, ci sembra che noi siamo scarsi. Ma non è così, ognuno ha i suoi tempi e momenti e la vittoria è di chi non molla mai.

     4  Gli argomenti da approfondire sono poco interessanti.

A molti studenti capita poi di non essere molto coinvolti nelle materia da studiare, le trovano noiose, difficili perché si tratta di argomenti non troppo interessanti. Questo crea un sentimento di malessere generale tanto da sentire costantemente una grande fatica, che impedisce alla mente di dare la giusta attenzione al processo di apprendimento. Ma c’è una cosa che va accettata: alcune verifiche bisogna farle, c’è poco da lamentarsi.  Si può solo affiancare una materia ostica, con una più leggera e anche qui solo con un piano di lavoro si riuscirà a trovare il modo di farcela.

DAL PERCHE’ NON MI VA A COME FARE PER VOLERE

Le cause dunque di questa non voglia sono tante; c’è troppo impegno, le materie sono noiose, tante solo le rinunce, ci si vuole divertire e avere l’impegno costante è a lungo pesante. Come si va a farsi venire questo interesse? E a rafforzare la perseveranza?

La motivazione a studiare si alza così:

  1. Si ha chiaro ogni giorno perché studiare e ce lo si ripete come un mantra, soprattutto nei periodi no.
  2. Si desidera tanto qualcosa e si è disposti a fare dei sacrifici.
  3. Si conoscono tecniche precise per organizzarsi e fare dei piani di realizzazione.
  4. Oltre all’organizzazione, si applicano delle strategie efficaci di apprendimento e memorizzazione

  1. Studiare perché?

 Per poter fare dopo un lungo cammino qualcosa che ci appassiona. Il percorso scolastico iniziale sono le fondamenta, tuttavia senza quelle i passaggi successivi saranno ancora più complicati. Le elementari e le medie sono un po’ l’alfabeto, poi arrivano le frasi e alla fine i capitoli per la costruzione di quel libro dove poter inserire tutti i sogni, i desideri: un lavoro onesto dove mettere a frutto risorse e interessi. Per poter viaggiare esplorare il mondo, costruire relazioni e vivere bene la vita con consapevolezza e sicurezza. Un allenamento per la tenacia e la grinta che serve nella vita.

  1. Un desiderio annulla ogni sforzo

Metterci il cuore nelle cose è un valore aggiunto notevole. Oltre alla volontà e l’impegno la passione è l’ingrediente che non può mancare. I ragazzi sognano di stare bene con gli amici, di andare in posti belli, di ridere e vivere con leggerezza tante situazioni. E molti desiderano essere bravi in certi sport o svolgere professioni che hanno visto nei film o che fanno amici e parenti. Avere con lo studio la possibilità di conoscere come si fa ad acquistare certe competenze per la vita e per il lavoro, è una opportunità che non si può trascurare.

Imparare a chiedere, a comunicare, a farsi degli amici e a gestire i conflitti, beh tutto questo leggendo e acquistando una cultura personale, può emergere. Ecco che le storie dei grandi in letteratura o i principi della matematica che ci aiutano ad interpretare fenomeni sconosciuti, ci permettono di esplorare realtà che non sempre pensiamo ci siano. I miti, gli eroi piangevano, gioivano e amavano, tutti in cerca di un senso che forse può ispirare anche noi. Tutto serve, anche quello che in apparenza non lo è. Sicuramente chi studia fatica e non poco, ma non si accontenta di sopravvivere vuole costruirsi una vita con grandi possibilità. Ma lo sforzo è ripagato dal riuscire a comprendere cosa gli piace, cosa lo fa stare bene e quali sono i mezzi per trovare il suo equilibrio fatto di autorealizzazione e soddisfazioni.

Quindi non ci si può fermare ad un bel voto bensì a quello che c’è dietro ogni preparazione, ovvero desideri aspettative frustrazioni, impedimenti, ostacoli e muri da superare.

  1. Che fare per organizzarsi bene

Molto efficace quando si studia, è visualizzare mentalmente di saper rispondere alle domande che verranno poste, di cavarsela ai compiti in classe, di imparare tante cose utili che poi permetteranno di fare le scuole successive con una sempre maggior padronanza. Essere sicuri di sé e di cavarsela fa diminuire le preoccupazioni eventuali e tiene a bada tutte quelle forme di ansia che spesso ci sovrastano, fino a farci perdere lucidità. Questi pensieri e ragionamenti possono tenere alta la motivazione.

Inoltre, la visualizzazione di progressi e miglioramenti costanti permetterà di avere emozioni positive sul futuro che aiutano nello studio sereno.

  1. Saper studiare fa la differenza.

Ma se la meta è chiara, a quel punto è importante ogni giorno progredire per il raggiungimento di micro obiettivi.

L’importante è che tu stia facendo sempre un passo nella direzione giusta per te! Senza fretta, ma con il giusto tempo. Studiare bene velocemente non è possibile, Bisogna tener duro prima di raggiungere i risultati e quando qualcosa non va, non ci si deve arrendere ma continuare con tenacia.

La modalità più appropriata per studiare bene è senza dubbio concentrarsi il più possibile eliminando distrazioni. Ovviamente non si tratta di studiare ore senza sosta, ma le pause vanno programmate per bene. Un’ora continuata serve, non lasciamo che il controllo del cellulare o le chiacchiere con qualcuno, spezzettino i tempi di apprendimento.

Pianificare significa avere una tabella di marcia, che poi non deve essere rigida, ma in linea di massima va rispettata. Si studia a cicli, per una quarantina di minuti si studia a massima concentrazione, poi ci si riposa per 10 minuti. Si ripassa per altri 10 minuti quello che si è appreso e si ripete e poi si comincia con il ciclo successivo.

Durante il giorno però serve anche un po’ di tempo per se stessi senza studiare, magari si fa un po’ di sport, si fa una passeggiata, si fanno lavori di casa, si segue un hobby, si può vedere un film, fare una partita a carte. Questo serve per ricaricarsi, sempre. Accanto alla pianificazione giornaliera, un aspetto fondamentale lo occupa il metodo di studio caratterizzato da schemi, punti chiave, sintesi e abilità nel ripetere.

Quindi da non voglio studiare possiamo passare a ci posso provare. E quando nel provarci siamo contenti ecco che l'essersi messi in gioco ci aiuta a fare bene. Forza, tutti possono dare il meglio di sé.

Ovviamente questi suggerimenti sono adatti per ragazzi grandicelli, alle elementari occorre coinvolgere i ragazzi in maniera semplice. Credo però che dobbiamo tenere a mente noi adulti di riferimento che le punizioni non fanno venire voglia di studiare. Mostriamo pazienza, leggiamo insieme a loro, guardiamo film, incuriosiamo e parliamoci con dolcezza. Ricordiamogli: puoi farcela, mi fido di te. Questo incoraggiamento fa miracoli.