La dimensione temporale

Ricordi di periodi buoni

"Ci sono stati dei periodi in cui ti sei sentito di poterti definire sereno?"

Le risposte prevalenti emerse sono così raggruppabili:
- quando ero innamorato;
- quando ero andato a vivere per conto mio;
- quando ho costruito una famiglia;
- quando i miei figli sono diventati un po’ più autonomi.
Questo interrogativo ci porta a fare una sintesi, a cercare di recuperare eventi, periodi che nel complesso ci piacevano, in cui avevamo trovato un equilibrio. E le risposte mettono in luce che la sensazione di serenità è associata a momenti in cui la relazione tra sé, le persone care e il mondo funzionava.
Inoltre, tali riflessioni ci evidenziano un prima, un oggi e un dopo. Ed è importante nella percezione del benessere tenerne conto. Infatti, se consideriamo la vita come un continuum, è più facile guardare gli episodi capitati come eventi collegati. E’ come se ci osservassimo da esterni in un film, con situazioni ed emozioni che passano, si svolgono e vanno avanti. Se ci fermiamo su una tappa precisa, la esaminiamo nei particolari, i dettagli ci possono sfuggire. Vediamo che le crisi ci sono servite per crescere e che i momenti belli ci hanno appagato. E lì da un’altra angolatura le tensioni si allentano così come le grandi sensazioni sono meno accentuate. “Ma perché stavo così male?”. Si possono perdere pure le ragioni del malessere avvertito.
A volte le cose passate sembrano più facili e, per fortuna, ci si dimentica del dolore vissuto.
In certi momenti però quello che è stato ci vincola, non riusciamo ad elaborarlo e ad usalo e si va a sommare con il presente che ci appare drammatico. Ma questo concentrarci su qualcosa che non va ci fa star male. Si instaura un meccanismo di generalizzazione e di pessimismo per cui un evento brutto da un lato ci sembra interminabile, dall’altro se non agiamo con la speranza che passerà, che ce la faremo, ci sovrasta e ci appare insopportabile e senza soluzione.
Al contrario, un atteggiamento ottimista e fiducioso guarda al futuro come una possibilità (andrà meglio) e valuta adeguatamente l’aver superato certe difficoltà. La capacità di esaminare la nostra vita, di fare un bilancio delle nostre tappe, degli obiettivi mancati, ma anche dei progressi ci aiuta a valorizzarci, a verificare i punti deboli e ad imparare dagli errori nostri e altrui.
Con azioni concrete si eliminano i rimorsi per cose passate, viste in seguito come sbagliate. “E’ stato così, ma ora voglio provare a fare diversamente” è già un buon approccio.
C’è anche chi si fissa sull’idea di un passato devastante e così in modo vittimistico, si chiude ogni strada. “E’ stato così, ancora lo è e lo sarà sempre”.


In realtà noi possiamo sempre scegliere di cambiare e quello potrebbe diventare il momento in cui si sta veramente bene: si esprime se stessi, liberi di seguire qualsiasi alternativa.