Adattamento nel periodo della anzianità

Adattamento al cambiamento di ruolo e identità nell’invecchiamento


1. Introduzione: Il dinamismo della vita
“Ogni momento è un nuovo inizio” T.S.Eliot

Nel ciclo di vita, ciascun essere umano attraversa fasi di cambiamento continue, sia fisiche
che psicologiche, riguardanti la propria identità.
E’ impossibile fermare il tempo o le trasformazioni a cui siamo sottoposti. Accettare che si
invecchia e che questo processo, se vissuto naturalmente, spaventa meno, ci può aiutare
a vedere tutti i lati positivi di questa età e ad affrontare meglio le difficoltà che ci saranno.
Tanti sono gli elementi su cui riflettere. I più rilevanti riguardano, senza dubbio, da un lato
i mutamenti legati al ruolo percepito e riconosciuto, dall’altro la visione della propria
identità personale. Quest’ultima ha a che fare con tutte le caratteristiche fisiche,
psicologiche e culturali che ci rende unici e che con il trascorrere degli anni e grazie alle
esperienze soggettive, si modifica e si arricchisce di particolari.


2. Cambiamenti di ruolo nell’invecchiamento
Che tu pensi di poterlo fare o no, hai ragione Hernry Ford


La persona con il trascorrere del tempo vive fasi che lo portano svolgere funzioni diverse
nella società. Quando arriva il pensionamento e non si va più al lavoro, molti fanno fatica a
ritrovarsi casa a non avere più impegni, anche se poi per qualcuno essere nonni significa
dare una mano ai figli nella gestione dei nipoti. Chi ha la fortuna di stare bene fisicamente,
vive questo periodo come momento per riprendersi in mano il proprio tempo. Ma a fare la
differenza sono le relazioni costruite, la propria posizione economica e la forza interiore,
che negli anni si è consolidata e ha portato a costruire le proprie certezze. Per qualcuno
che perde un coniuge, o per un lutto o per una separazione, e si ritrova solo non è
semplice vivere sereni. C’è poi chi ha problemi di salute e questo complica di molto la
situazione. Inoltre, le reti sociali e il contesto in cui si è inseriti, sono fondamentali per
sentirsi importanti: aiutare e aiutarsi, confidarsi e passare del tempo insieme allevia il
senso sofferenza che si potrebbe avvertire e fa aumentare la percezione di gioia per le
piccole emozioni di ogni giorno. La gerontologa Rosemary Bliezner nel libro “Adult
friendship” sottolinea che cambia cosa si fa insieme, ma il modo in cui ci si prende cura e
ci si preoccupa degli amici importanti, rimane sempre lo stesso.
Il senso di utilità e di benessere, la voglia di vivere va cercata nella routine consolidata e
fuori dall’ordinario ed è essenziale riconoscersi in un ruolo non più ben definito, differente
da quello ricoperto in passato. Un anziano sa essere saggio, sa trasmettere calma e se
vuole pondera le situazioni da una prospettiva più ampia, senza giudicare. Un giovane che
ha alle spalle un anziano che lo supporta vive con più autenticità la sua realtà. E per molti
che diventano nonni, il filo di intesa che si crea con i nipoti può, in questa fase,
consolidare i legami familiari. Se si è bravi a superare eventuali rancori o conflittualità
determinate, da diversità di idee e scelte, inevitabili tra due generazioni, viene a formarsi
un clima di stima e fiducia reciproca che fa sentire l’anziano ancora indispensabile, come
grande punto di riferimento affettivo.

3 Cambiamenti di ruolo sull'identità personale
Se la gioventù è il fiore più bello, la vecchiaia il frutto più delizioso. M Switchine

Con l’età che passa l’identità di sé subisce dei mutamenti, dovute alla necessità di
adattarsi a quello che accade. Un uomo rimane lo stesso individuo pur cambiando le sue
parti, le sue esperienze e la reazioni agli eventi? Di sicuro, le priorità sono diverse e per
molti c’è un interesse più alto al proprio stato di salute. Una fragilità fisica ma anche
emotiva che si evidenzia nei suoi ragionamenti e nello smarrimento che vive quando
qualcosa che gli appartiene viene a mancare. Si perdono le relazioni significative e anche i
punti di riferimento. La malinconia di vivere, la paura di non farcela a sopportare la
solitudine si fanno sentire. Il corpo è più stanco, fa più fatica e non sempre riesce ad
organizzarsi bene, come sapeva fare. Non occorre essere soli, certo molti non hanno il
coniuge o si sono un po' isolati, ma il problema vero è stare soli con i propri pensieri.
Facile a dirsi, più complicato ritrovarsi grandi e con un tempo a disposizione ridotto.
Ci si trova a confrontarsi con un io non proprio identico a come eravamo o volevamo. A
questo punto la consapevolezza di chi siamo qui e ora e delle risorse che abbiamo è da
raggiungere con pazienza, per evidenziare alcuni limiti che si possono riscontrare. Alcuni
obiettivi vanno ridefiniti, quello che si faceva o ci piaceva può subire variazioni e si ha
bisogno di riscoprirsi e reinventare nuovi modi di nutrire corpo e anima. Il piano
alimentare, ma anche le attenzioni a quello che leggiamo, ascoltiamo e interpretiamo
vanno ripristinati sulla base delle nuove necessità. I bisogni e i desideri cambiano e allora
vanno prima di tutto riconosciuti. Nella società moderna l’uomo viene considerato l’unico in
grado di conferire un senso alla propria esperienza (A. Melucci 1991) e questo comporta
spesso una sensazione di inadeguatezza anche per l’anziano che non si sente all’altezza di
quello che o lui stesso o gli altri si aspettano da lui. Non stare al passo per tanti motivi,
può mettere in dubbio il valore di sé, quando invece si è arrivati ad una età in cui è giusto
fare un bilancio positivo e iniziare ad alleggerirsi.

4 Strategie per adattarsi ai cambiamenti:
La misura dell’intelligenza è data dalla capacità di cambiare quando è necessario. A.
Einstein


A causa del tempo che passa e del corpo che subisce trasformazioni, molti anziani iniziano
a sperimentare un po' di ansia, per la paura di invecchiare. Lamentano più spesso quella
preoccupazione persistente di ammalarsi, di non avere più tempo per godersi cose belle o
addirittura di perdere le proprie facoltà mentali. Tendono così a sviluppare pensieri
negativi e catastrofici che li porta ad isolarsi perché si vergognano di come sono e di
quello che provano. Temono di non essere compresi. In realtà, tutto rientra nella
normalità e può essere ridimensionato, mediante alcune strategie pratiche.
- Tenere presente il lato positivo della vecchiaia, fa mettere sullo sfondo le
problematicità.
- Concentrarsi non solo sull’aspetto estetico, ma anche sulla salute, sfruttando buone
abitudini con una dieta sana, attività fisica regolare e spazi di attività e passioni,
permette di sentirsi padroni del proprio benessere.
- Trovare conforto nell’ambiente sociale, alleggerisce il peso che si sente addosso e
garantisce un senso di appartenenza che fa stare bene.
- Praticare l’esercizio della gratitudine, facilità l’interesse a sentirsi fortunati per quello
che si è, nel momento presente.
- Focalizzarsi sul miglioramento della propria autostima, aiuta a percepirsi in una
continua crescita, che non termina con l’età adulta ma procede fino a che ci è
concesso di respirare.
- Avere un atteggiamento positivo, pensando e rintracciando ricordi belli e
condividendo esperienze familiari, motiva ad allargare la propria percezione e a
interessarsi di altro, per essere felici di cose accadute e di quello che gli latri
raccontano. Si diventa più egoisti se spaventati, ma esite la possibilità di lasciarsi
coinvolgere in esperienze, che riguardano le persone che amiamo, che permette di
stare più rilassati. Al contrario parlare solo di malattie, della vecchiaia o pensare
solo ai dolori e fastidi, oppure farsi carico delle sofferenze di chi ci è accanto
alimenta il disagio.
In sostanza un atteggiamento volto sfruttare l’autostima, la speranza, l’altruismo e a
usare le risorse per prevenire situazioni critiche, aiuta a mantenere una buona
autonomia. Incrementando un modo di pensare ottimista si vengono a determinare dei
comportamenti proattivi, finalizzati alla protezione del proprio benessere personale. In
questo senso, gli studi di Seligman (2008) ci aiutano perché dimostrano che provare
emozioni positive, avere impegni finalizzati a raggiungere obiettivi positivi, essere in
grado di relazionarsi positivamente con gli altri, aumenta la longevità e il benessere
percepito.

5 Accettazione e resilienza
Una buona metà dell’arte di vivere è la resilienza. Alain De Botton

La risorsa più grande da coltivare e perfezionare in tarda età è la resilienza per affrontare
con più grinta le sfide di questo periodo e per poter aiutare gli anziani ad adattarsi in
modo ottimale alle nuove situazioni. E’ più facile per chi ha già avuto modo nella sua
esistenza di sperimentarsi così e di vedersi forte, ma è comunque un cammino che si può
costruire, anche laddove la persona ha sempre manifestato rigidità. L’importante è far
sentire accolto l’anziano, comprenderlo e accompagnarlo, a partire da dove si trova in quel
momento. Ma cosa vuol dire essere resilienti e come mettere in pratica il desiderio di tutti
di cavarsela, anche nei disagi e nei momenti più scomodi?
La resilienza è definita come un processo di adattamento alle avversità, agli stress e alle
difficoltà. Nella vecchiaia si è più esposti a questo bisogno di far emergere nuove capacità
e strategie per rispondere bene ai cambiamenti dell’età e ad eventuali eventi traumatici.
Per chi è, per carattere e scelta di vita, più flessibile basta far leva sul fatto che sono stati
bravi a non amareggiarsi troppo per gli eventi sfavorevoli e che la loro soddisfazione
dipende da come sono, non sono semplicemente fortunati, hanno sfruttato le loro
potenzialità e potranno sempre farlo. Si rinforza il loro modi di pensare e operare, per far
interiorizzare che la loro determinazione va sempre alimentata per poter dare i frutti. Mai
mollare, insomma.
Per chi invece, per indole e per tratti di personalità, o a causa di esperienze dolorose e
drammatiche, vive in uno stato di allarme o vede pericoli dappertutto, allora è necessario
sostenerli e incoraggiarli, abituandoli a veder il bicchiere mezzo pieno. Strada complessa,
ma tuttavia che si può intraprendere, facendo leva sul fatto che nella fragilità del
momento si possono affidare a chi ne sa di più. Sfruttando la lamentela e il bisogno di

parlare, non perdiamo occasione per coccolarli e distoglierli da ciò che non va, per fargli
vedere le possibilità che ancora hanno per la capacità, se vogliono, di ammorbidirsi e dare
uno sguardo diverso alle cose.
La caratteristica principale di questa resilienza è l’accettazione di quello che è il presente,
che attraverso un autocontrollo emotivo permette di non sentirsi vittima di un destino
crudele o del tempo tiranno e che non c’è più, ma di dar valore alla bellezza di ogni istante
di vita, cercando di vivere tutto come una opportunità, di crescere, sperimentare,
emozionarsi. Per evitare che i fastidi diventino ingestibili, con la resilienza è possibile
tollerare le ingiustizie: posso accogliere chi la pensa diversamente da me e non pretendere
attenzioni, ma cercare di dare e ricevere spontaneamente l’aiuto che serve per procedere.
Non tutto è dovuto e neppure bisogna fare tutto da soli, chiedere è segno di umiltà e può
aprire porte inaspettate.

6 Ricerca di significato e senso di scopo
Considera ogni giornata come una vita a sé stante A. Schopenhauer

Sempre la ricerca di un motivo ci fa muovere e dare energia. Senza un obiettivo profondo
il piacere di stare con sé stessi e con gli altri. Il rischio di sentirsi depressi, di avvertire un
vuoto o di non avere la forza di fare niente, è molto alto, quando si è assillati dalle
preoccupazioni e non si ha il desiderio di realizzare un progetto, di vivere in modo
autentico in linea con i propri valori. A maggior ragione quando si invecchia e le priorità
sono cambiate. Si è costretti ad organizzarsi da soli e a seguire le scadenze burocratiche
con più attenzione, altrimenti ci si dimentica. E nell’agenda diventa molto più frequente il
controllo o la visita medica, a causa dei numerosi ed inevitabili acciacchi o malesseri veri e
propri.
Appare chiaro, allora che identificare e coltivare nuovi obiettivi e significati nella vita dopo
le transizioni di ruolo, non può essere trascurato. Una meta importante può essere
rintracciare l’essenzialità e nutrirsi di buone relazioni. E in questo compito è basilare
utilizzare tutta la saggezza che con l’età si acquisisce. Decidere di stare con persone
positive, in allegria e di cercare luoghi tranquilli dove stare, procura tanta energia.
Inoltre, visitare posti desiderati, sistemare il proprio ambiente, eliminando il superfluo,
metaforicamente fa spazio a nuovi vissuti per conquistarsi un po' di pace.
Dedicare del tempo poi a leggere libri filosofici o spirituali, apre a riflessioni sull’amore, la
morte, la tolleranza e dolore e in questa ricerca di interpretazione, in modo autentico e
personale ciascuno trova la sua espressione più alta.

7 Supporto sociale
Vivi per te stesso e vivrai invano; vivi per gli altri, e ritornerai a vivere Bob Marley

Aiutare gli anziani ad adattarsi ai cambiamenti di ruolo e identità è un compito necessario,
sia per tutelarli nei loro diritti, sia per favorire quella solidarietà che sta alla base di ogni
territorio interessato al benessere psicofisico della popolazione. Come aiutare i nostri cari
anziani a superare l’isolamento quotidiano?

- Piccoli gesti di vicinanza, rendono la vita più sicura (riparare una lampadina rotta,
fare la spesa, pensare alle bollette, acquistare le medicine, preparare un dolce o un
pasto gradito, ripulire a fondo una stanza, accompagnarli al supermercato).
- Suggerire attività ricreative, regalare dei corsi all’università della Terza età o
ingressi in palestra o piscina, un biglietto per gite organizzate permette di fargli
capire che sono cambiati i ritmi, ma c’è ancora tempo per cose belle da fare.
- Portarli fuori per una passeggiata e una chiacchierata, li fa sentire bene, amati e
ascoltati.
- Servirsi di una badante che possa sia aiutare con i lavori in casa o le esigenze
personali, sia far compagnia e instaurare una relazione, permette di creare legami
di sostegno che procurano belle emozioni.
Coltivare relazioni significative e costruire una rete di sostegno durante i periodi di
transizione, garantisce quella presenza di stimoli, desideri e motivazioni utili per il
benessere mentale degli anziani.

8. Conclusioni
Ogni situazione è positiva se vista come una opportunità per crescere e auto elevarsi.
Brian Tracy

Per gli anziani e per coloro che li assistono, affrontare in modo positivo i cambiamenti e
adattarsi con successo alle nuove situazioni nella vita, è un obiettivo da raggiungere se si
vuole star bene. Un impegno costante che dà i suoi frutti se si ha chiaro cosa fare, come e
quando.
L’Organizzazione mondiale della Sanità sottolinea l’importanza dell’invecchiamento attivo,
che comprende la salute fisica e psicologica insieme. Alcuni suggerimenti e
raccomandazioni per chi è anziano, possono andare in questa direzione:
- prendersi cura di sé mangiando bene e vestendosi come piace;
- prepararsi da mangiare con creatività e conservando attenzione nel prepararsi la
tavola;
- fare attività sportiva con camminate, piscina, ginnastica dolce;
- confrontarsi e parlare con altre persone;
- leggere qualche articolo di giornale, per essere legati agli eventi del mondo;
- stimolare la curiosità con certi hobby per sentirsi vivi;
- fare giardinaggio e stare all’aria aperta;
- colorare mandala o dipingere per chi è appassionato;
- fare regolarmente esercizi di ginnastica mentale o giochi di carte semplici, ma
strategici;
- appuntarsi cosa da fare, per non dimenticarsene e non appesantire la memoria;
- seguire sport in tv e interessarsi a programmi culturali.
Un piano ampio da tenere in mente e che i cari possono incentivare con la loro presenza
costante e chiedendo anche il supporto di strutture o operatori specifici, quando non si
riesce ad avere il tempo o le competenze per farlo. E’ chiaro che un anziano malato è più
esposto a momenti di crisi e depressione. Dunque farà fatica ad ascoltare e lasciarsi
guidare, ma è necessario stargli accanto perché segua le varie indicazioni per come è in

grado. Esistono anche diversi manuali che si possono consultare, come Care-givin (ed.
Gridaudo), dove diversi esperti forniscono informazioni, su come svolgere al meglio il
compito di assistenza.
Lavorare su pensieri, emozioni e comportamenti di chi va avanti con gli anni, significa
proteggerli e portarli alla consapevolezza di avere tante risorse da usare e fornir loro la
certezza che meritano riconoscenza per il loro impegno. Diamo valore ad ogni esistenza e
testimoniamo con vigore che non è mai troppo tardi per celebrarsi e trovare finalmente il
modo di essere felici di come si è. Arriva un momento in cui è meglio abbandonare gli
affanni e godersi ogni momento, prezioso nella sua semplicità.

Bibliografia scientifica
Blieszner Rosemary, Adams G. Rebecca, Adult friendship, 1992
Melucci A. Il gioco dell’Io Cambiamento di sé in una società globale 1991 Feltrinelli
Seligman M.E.P Imparare L’ottimismo 1996 Giunti
Autori vari, Care- Giving Manuale pratico per chi assiste l’anziano, Gribaudo.
Libri di lettura sul mondo dell’anziano
Benedetta Gargano, Invenzione della felicità, Solferino Editore
Marco Presta, Un calcio in bocca fa miracoli
Gabriella Caramore L’età grande Garzanti