Equilibrio tra ragione e sentimento

INDICAZIONI RAGIONATE

Mi viene spesso ribattuto quando segnalo che i sentimenti devono essere equilibrati con giusti ragionamenti, “ è facile a dirsi, ma l’emozione non riesce a dominarsi”.
Invece io penso e posso assicurarvi, per averlo sperimentato, che l’esercizio può cambiare certe abitudini automatiche. E che con una giusta pausa l’emozione istintiva si può frenare e la si può usare per affrontare meglio le situazioni che si presentano. Non si tratta di negare o mettere da parte quello che si prova, ma di ragionarci e di andare al di là dell’interesse immediato e concentrarsi sulla possibilità di vivere meglio gli eventi e di relazionarsi costruttivamente con gli altri, nel privato, nel mondo del lavoro e in tutti quei contatti che ci capitano nell’ambiente sociale.
L’interesse deve essere quello di sentirsi liberi veramente, per una vita più autentica…Non deve interessarci dominare, prevaricare, avere ragione, farsi rispettare o decidere in anticipo per paura di essere sottomessi. L’uomo è il prodotto dei suoi pensieri, se prevale la paura di sbagliare, o di essere giudicati male, si aprono dei circoli viziosi negativi. Ci si impegna fino all’estremo perchè va dimostrato a tutti e a noi stessi che valiamo, non si fanno mai vedere i lati deboli e  non si è sinceri. Inoltre, non si mettono in campo le debolezze e quindi non si affrontano, bensì si mascherano con comportamenti rigidi che con il tempo si trasformano in gabbie, chiusure senza soluzione.
Ammettere i limiti, al contrario, offre spunti per migliorare e per collaborare con altri al fine di colmare certe lacune. Si mette a disposizione il proprio potenziale per darsi da fare laddove servono degli ampliamenti. E' solo così che il nostro vero essere ha modo di esprimersi. Non dobbiamo arrestarci su emozioni di dispiacere, di tristezza, le esamineremo e ci daranno la forza per star meglio.

Partiamo dai nostri bisogni e desideri. Concentriamoci sull’emozione positiva. Si fa un programma sulla carta. Si capisce l’utilità della cosa e  se si è motivati e c’è l’interesse a fare come programmato, ci si incammina. Se poi durante l’attuazione delle cose promesse  si presentano ostacoli, possono riemergere pensieri di vecchi schemi, intrisi di emozioni di rabbia, rivendicazione, bisogno di giustizia, sconforto perchè le cose non vanno. Ma se ci impegniamo a non dare ascolto a tali convinzioni errate, ecco che l’emozione negativa viene usata, non messa in atto in modo impulsivo. Tali procedure implicano l'uso "corretto" della ragione (ovvero libero da interessi viziati dal risultato immediato e dall'essere preservati da sentimenti non buoni) per moderare l'emozione incontrollata. Non mettiamoci in moto solo per non sentirci amareggiati, lavoriamo su quello che  ci fa stare male e sopportiamo un pò di angoscia, che ci aiuterà a capire.
Bisogna rinunciare al piacere immediato, allo star bene sempre e subito,  in virtù di un obiettivo finale! Come nelle diete. E non bisogna avere fretta. Capito un concetto, qualcuno potrebbe avere l’urgenza di applicarlo, di vedere l’esito, per vivere meglio, per avere qualche briciola di felicità. Ma un buon percorso, ha bisogno di tempo, non vanno tolti i passaggi. Si deve capire cosa è adeguato per noi, il concetto va assimilato e poi utilizzato pian piano, liberi da attese predeterminate. Il sollievo arriverà, anche in forme non immaginate.
In un testo contenuto nel saggio Mille e una storia di J.Maurus, Briciole di saggezza , Ed. Paoline ho trovato diversi aneddoti che spiegano bene questi concetti.
QUANDO UN UOMO VUOLE VERAMENTE FAR BENE, RIESCE.

A pag. 21 del libro citato è scritto:

Non ti pentirai mai di
Fare del tuo meglio
Di essere gentile con tutti,
ascoltare prima di giudicare
riflettere prima di parlare,
essere fedele ai tuoi principi,
chiudere le orecchie ai pettegolezzi,
essere benevolo con i nemici,
chiedere scusa quando sbagli,
essere onesto nel lavoro, aiutare uno sfortunato,
mantenere le promesse,
vedere il meglio nelle azioni degli altri.
I traguardi raggiunti dagli uomini grandi, non sono stati conseguiti con un volo improvviso. Essi, di notte mentre i loro compagni dormivano, lavoravano intensamente.
 

Parole che a me fanno riflettere e pensare che un utilizzo aproppriato dell'intelligenza ci permette di conoscere meglio quello che proviamo, quello che gli altri sentono e ci facilita l'interazione.