I sensi del viaggare
LE MIE IDEE E I MIEI VISSUTI SUL SENSO DEL VIAGGIARE E SUI SUOI SIGNIFICATI
Innanzitutto è prioritario chiarire cosa intendo per viaggiare, in quanto le mie considerazioni partono da alcuni presupposti che, se rimangono sottointesi, possono generare fraintendimenti o lasciare incomplete alcune conclusioni. Con il termine viaggiare si possono indicare diverse realtà; ognuno ha le proprie idee e convinzioni sull’argomento. Pertanto, per poterne discutere è bene precisare la prospettiva di base e orientarsi su una linea di partenza, che seppur parziale, offre lo spunto per analizzare almeno alcuni aspetti delle tematiche in questione. L’importante è assumere una posizione non rigida che lasci spazio ad ulteriori revisioni. Seguire un approccio mi serve per concentrarmi su delle premesse e sulle conseguenze logiche che ne derivano. Ma la mia progressiva conoscenza e il confronto con quanti mi hanno espresso la loro opinione, mi ha aiutato a ritoccare e riformulare il mio pensiero in rapporto a circostanze sempre nuove. Soprattutto nel mio lavoro di terapia dove mi sono impegnata ad adattare ogni riflessione alla creatività di ciascun individuo, speciale per la sua singolarità e unicità.
Il verbo viaggiare lo uso per descrivere tutte quelle attività volte a conoscere il mondo, a scoprire le realtà circostanti. In questo senso si può viaggiare anche nel luogo dove si vive, basta metterci quell’atteggiamento di curiosità e attenzione ai dettagli, che spesso nella quotidianità fa fatica ad emergere. Nella routine dell’abitudine è come se non ci accorgessimo di quello che accade intorno e se viviamo nell’urgenza e nel tumulto di sensazioni d’allarme tutto ci sembra ostacolante e identico, indissolubile. Ci dimentichiamo che cosa evolve, fa parte del dinamismo dell’ambiente esterno e merita quindi una osservazione più accurata, perché potrebbe rappresentare quell’opportunità di svolta per cambiare direzione o per rafforzare certe scelte. Spesso nelle mie passeggiate solitarie, la mattina presto o la sera al tramonto, mi incanto a guardare il panorama e mi sembra di percepire ogni volta dei messaggi diversi.
Ad esempio, quando cammino in acqua al mare e vedo i gabbiani volare, mentre si sentono in lontananza le voci dei bambini o degli adulti che si godono la spiaggia, penso alla bellezza della vita, a questo dono prezioso che si rinnova e ci consente di abbracciare la natura, in un equilibrio perfetto. Tutto quello che di solito provo a programmare svanisce, la mente pensante frena e il rimuginio delle paure e delle incertezze sull’esito degli eventi si arresta. Rimane solo una sensazione di pienezza, che mi soddisfa completamente.
Oppure quando la domenica mattina presto percepisco il silenzio delle strade e guardo attraverso le finestre chiuse di chi finalmente riposa dopo una settimana lavorativa mi sembra di toccare con mano la purezza della serenità interiore. Poi, se vedo qualcuno che come me è già in piedi e ascolta la televisione, fa colazione al bar o va a comprare il giornale, mi sento accompagnata. E’ come recuperare attimi di vita quotidiana e gesti comuni dimenticati. In questo scenario comincio a pensare a ruota libera, faccio le associazioni più strane. Mi vengono in mente persone che conosco, esperienze e ricordi sia passati che recenti. Mentre vado all’indietro e scorro le tappe della mia esistenza, in modo disordinato e sconnesso, qualche speranza e desiderio affiora e allora tra entusiasmo e dispiacere, legato a progetti non ancora realizzati, me ne torno a casa, piena di energia e pronta a gestire i miei vissuti.
Il percorso che ho appena illustrato rintraccia le fasi attraverso cui l’uomo che cerca di aprirsi e guardarsi intorno, ridimensiona la propria inquietudine e cerca di sfruttare gli eventi in modo produttivo. Perché è così importante aprirsi e non rimanere ancorati alla propria singola prospettiva? Spostarsi di qualche metro, scostarsi per allargare il campo di osservazione, serve per analizzare quanto capita con occhi diversi, per riuscire a rintracciare tutti gli aspetti di una circostanza. Solo così aumentano le competenze nel fronteggiare eventuali problemi e si acquista maggior flessibilità nell’interpretazione di certi inconvenienti. Partire, imboccare strade qualsiasi permette di rilevare caratteri e peculiarità di quello che si incontra; fugaci avventure fanno sfilare davanti agli occhi pezzi di vita, come lungo una catena di montaggio.