Gestire bene le relazioni
Le relazioni
Un rapporto di lavoro o di conoscenza si stabilisce spesso anche in maniera formale, al contrario una relazione significativa si costruisce e ha bisogno di essere impostata bene e consolidata nel tempo. I legami infatti sono importanti per tutti e permettono di condividere l'esperienza e attraverso la fiducia e il sostegno reciproco aiutano ad affrontare le peripezie della vita. Inoltre quando una relazione ha delle buone fondamenta riesce a far sviluppare nell'altro quel giusto senso di autocritica che facilita il riconoscimento dei propri errori e in tal modo ci offre l'opportunità di crescere e migliorare.
Fin da piccoli i genitori competenti offrono una base sicura su cui far affidamento e se le dinamiche famigliari sono buone è a partire da questi primi contatti che si riescono a costruire modelli di riferimento interni, ovvero solidi valori personali che fanno da guida nelle scelte e nella valutazione della realtà. Se si ha fiducia nell'altro, che ci vuole bene e ci mostra che siamo importanti per lui, non si ha paura di affrontare le cose, ma ci si sente sicuri e protetti, anche quando la persona fisicamente non è presente. Le indicazioni apprese diventano n bagaglio personale che uno tiene con sé sempre e usa al momento opportuno.
Ma che significa gestire bene le relazioni?
Prima di tutto bisogna dar valore all'altro e riconoscersi capaci di interagire con chi ci sta accanto. Questo vuol dire che si riconosce il bello di star insieme, di confrontarsi e di parlare. La comunicazione chiara è l'elemento che contraddistingue una buona relazione. Non importa se dobbiamo dirci cose spiacevoli, ma se si usa rispetto e comprensione allora le parole dell'altro non feriscono ma aiutano a comprendere meglio il discorso che si sta affrontando. E come tutti sappiamo, ma spesso dimentichiamo perché presi dalla rabbia o dal fervore del momento solo con la calma e la tranquillità i confronti, belli o brutti che siano, lasciano quel senso di serenità interiore che condiziona tutto il nostro stato d'animo.
Le relazioni poi non devono essere vissute come una sorta di dipendenza che porta ad ossessionare l'altro con le nostre richieste di attenzione, ma si devono fondare sulla capacità di lasciare il giusto spazio all'altro e di star bene anche senza. Se la solitudine ci spaventa ricorriamo all'altro immediatamente, se invece da soli riconosciamo di poter effettuare cose che ci interessano e calandoci in una dimensione tutta nostra siamo in grado di guardarci un pò di più dentro , allora l'incontro con l'altro è più gradevole e porta ad un equilibrio. Non c'è mai pace in chi sente di non poter stare senza qualcuno. Chi si pone così si sente insicuro di decidere, di fare cose e sta sempre in bilico con i suoi dubbi e tormenti che portano inevitabilmente ad un senso di inquietudine costante.
Star insieme va bene, ma bisogna trovare una via intermedia tra indipendenza e comunione totale per far sì che le interazioni siano funzionali.
Ai poli estremi si trovano quelli che si aggrappano alle proprie relazioni significative e quelli che invece non costruiscono mai una cosa seria e vanno sempre in cerca di un partner o di amicizie nuove. In entrambe i casi c'è dietro un errore di fondo, ovvero l'incapacità di vedersi soli e il bisogno di sentirsi importanti per un'altra persona, sempre. L'errore non sta nel desiderare la vicinanza di qualcuno, che è naturale nell'essere umano. Bensì nel cercare disperatamente al relazione senza saper attendere la persona giusta o senza impegnarsi per far nascere qualcosa di bello.
Le difficoltà e le incomprensioni sono normali ma è poi necessario un po' di lavoro per trovare il modo di mediare tra le varie esigenze. Questo vale sia nelle coppie che nelle interazioni tra amici o in gruppo, dove mediare è assolutamente prioritario per evitare l'insoddisfazione generale che porta alla rottura.
Se si ha l'ambizione di trovare un partner o un compagno che sia perfettamente in linea con le nostre esigenze, si costruiranno alte aspettative che non ci permetteranno mai di trovare la persona adatta a noi. E ugualmente se ci accontentiamo subito, spinti dall'idea che tutto vada bene, pur di non star da soli, non si riesce mai ad impostare un buon legame.
Probabilmente la via di mezzo, che è sempre la migliore, sta nel provare a chiarirsi e nel proporsi all'altro lasciandogli la possibilità di farsi conoscere e di provare a rispondere alle nostre richieste, rispettando comunque il principio della reciprocità. Io cerco di darti quello di cui tu hai bisogno e chiedo a te comprensione e vicinanza, rispetto alle mie esigenze e l'altro da parte sua cercherà di offrirsi per essere presente e agevolare l'altro, esprimendo lui stesso le sue necessità. Da questo incontro di intenti e grazie all'affetto e l'amore che il legame riesce a far emergere, l'intimità viene rafforzata e le persone possono trarre vantaggio dall'ascoltarsi e dal donarsi all'altro, perché mediante questo scambio e accoglienza dei consigli dell'altro quello che riguarda negatività e atteggiamenti sbagliati può essere migliorato.
Chiaramente ogni situazione va vista nello specifico, ma occorre una linea guida, un valore buono di riferimento a cui avvicinarsi, altrimenti senza uno schema di base a cui tendere si entra in confusione e non si comprende più cosa è giusto e cosa non lo è.