Il sovraccarico di richieste

L’incapacità di dire di no

Dottoressa il mio problema è che sono troppo sovraccaricato. Al lavoro, a casa, non riesco a gestire tutto e non so mai dire no alle persone. Così sono sempre disponibile, mi faccio in mille per gli altri, poi se una volta non posso mi tengono il broncio.
Credo che il mio problema sia che non so controllare le mie emozioni. Solitamente per evitare di discutere sono sempre accondiscendente, sto zitto, poi quando non ne posso più esplodo e non riesco a trattenere le urla . Divento un orco. (Emanulele 35 anni)

Quando si hanno troppo impegni, bisogna avere il coraggio di tagliare qualcosa, di delegare a qualcun altro quello che facciamo. E’ meglio chiedere aiuto, trovare qualcuno che collabora con noi piuttosto che pretendere di fare da soli, arrivando poi all’esaurimento delle energie.
Ammettere di non farcela non per tutti è semplice. Dire di no è un diritto. Ma a qualcuno pesa perché dietro c’è il pensiero di dare cattiva immagine, di venire rimproverati.
Ci si sente una colpa nel non essere disponibile, nel rifiutare l’aiuto. Perché?
Essere accogliente, darsi da fare per l’altro, oltre che gratificante perché ci si sente utili, ha come conseguenza che l’altro parla bene di noi, che agli occhi degli altri siamo classificati “tipi in gamba”. Un bel traguardo, ma attenzione se all’altro diamo una immagine rischiano poi di essere schiavi dell’opinione altrui.
Voglio dire che se ci rediamo sempre disponibili a tutto, pure di fronte a situazioni impossibili e nel farlo ci sentiamo allegri e contenti, l’altro ci chiederà una mano e lo farà sempre più spesso, convinto dall’idea che per noi è possibile e non un peso. E’ vero poi che in genere succede che l’altro si lamenta subito se rifiutiamo l’aiuto, anche se per dieci volte siamo stati a disposizione .E la cosa ci fa arrabbiare. Allora il sentimento è giusto: “come fa a lamentarsi se ci sono stata sempre?”.
L’errore si crea se:
1. Ne deriva il pensiero: “allora non aiuterò più nessuno, tanto poi sono ingrati”.
2. Ci si sente in colpa e si fa di tutto per riconquistare la fiducia con mille altri favori”.
Quindi è a livello del comportamento che dobbiamo stare attenti. E’ normale e naturale starci male se veniamo rimproverati di non essere a disposizione, soprattutto se lo abbiamo fatto sempre. Dobbiamo imparare ad esprimere il nostro pensiero e il dispiacere, provando a non attaccare, ma semplicemente ad esporre quello che sentiamo e ci fa star male.

Insomma né tagliare il rapporto, né la dipendenza vanno bene. Occorre chiarire all’altro che noi ci siamo, ma che abbiamo il diritto di valutare altri impegni e quindi decidere anche di non impegnarsi.
“Non posso scusa “ è lecito e se l’altro ci rimane male, imparerà a tollerare il dispiacere e ad accettare i limiti imposti dall’altro”.
Solo così una relazione ha la speranza di essere aperta e destinata a migliorarsi. Se ci arrabbiamo o pretendiamo che l'altro capisca (senza magari chiarici, convinti che ci deve arrivare da solo), si arriva un confronto-scontro che fa chiudere il punto di incontro. Stare poi sempre in silenzio, non risolve che apparentemente. Prima o poi la rabbia prende il sopravvento e ci fa esplodere, impedendoci di essere lucidi e ragionevoli. Tutto ci sembra una ingiustizia e ce la prendiamo con tutti per qualsiasi sciocchezza.