Il Controllo e le sue sfaccettature

Il bisogno del controllo: quando una necessità può trasformarsi in una trappola.

Tutti abbiamo il desiderio di organizzare quello che vogliamo fare, per procedere in modo ordinato e preciso, in modo da assicurarci l’efficienza e la soddisfazione. Ma se non riusciamo a stare in equilibrio tra le nostre possibilità e l’effettiva quantità di obiettivi che ci prefiggiamo, può succedere che siamo intrappolati dal grande carico di lavoro che ci siamo messi in testa di dover fare. Questo dover fare a cui ci sottoponiamo, o che ci dicono di seguire, ci crea insoddisfazione e affanno continuo.

Sentirsi responsabili di tutto non aiuta.

Ci sono compiti che spettano a noi, altri che dobbiamo far in modo che svolgano gli altri. In particolare, chi è abituato a programmare, si scontra con alcune dinamiche che capitano quando dobbiamo attendere o affidarci. Ad esempio, se compaiono delle paure su quello che potrebbe accaderci, anche se poi razionalmente è improbabile, non sempre riusciamo a reagire in maniera funzionale. Nella nostra testa si insinua un dubbio che ci blocca. E’ una emozione così potente, da farci perdere il contatto con la verità della situazione. Riuscirò a far funzionare tutto; riuscirò ad avere l’approvazione delle persone a cui tengo, sarò sempre in salute o con le energie giuste per ottenere la prestazione? Non ne abbiamo mai la sicurezza, ma se ci disponiamo con il giusto atteggiamento , faremo del nostro meglio e questo è sufficiente.
Se, invece, ho bisogno dell'aiuto di qualcuno per portare a termine un impegno o per sistemare qualcosa, diventa necessario delegare. Chi controlla in modo ossessivo tutto è sospettoso e se l'altro sia adatto. Posso fidarmi? Chi non riesce inizia a controllare l'altro, con una serie di complicazioni nella relaziona.

Cosa posso controllare davvero?

Non tutte le situazioni possono essere previste e non è sempre possibile gestire le emozioni e i pensieri intrusivi. Diventa allora necessario capire come essere capaci di procedere quando ci si sente sospesi o in dubbio, senza saperne bene il motivo. Alcune nostre reazioni sono inaspettate e sebbene per abitudine siamo portati a programmare le nostre azioni per per essere sicuri dell’esito dei nostri comportamenti, un margine di incertezza c’è comunque. Pur facendo quello che ci appare giusto non è mai vero al cento per cento che andrà come desideriamo.

Dobbiamo sempre fare i conti con le nostre aspettative e desideri.

Cosa proprio non sopporto? Qui lavoro sulle mie emozioni.

Sto facendo bene? Qui invece metto in ordine i comportamenti e le intenzioni.

Se sono sulla strada buona per me, come posso esserne sicura? E qui mi occupo dei pensieri, le convinzioni e i valori.

La capacità di riconoscere quanto il nostro modo di fare sia utile per soddisfare i nostri bisogni e permetterci di relazionarci bene in famiglia, al lavoro, nel mondo, si conquista attraverso una buona consapevolezza delle proprie risorse compresa la capacità di migliorare e accogliere le imperfezioni che si incontrano. Non posso controllare cosa accadrà e come reagirò, ma posso imparare a capire che se sto tanto male devo fare un passo indietro, per interpretare diversamente la mia sofferenza così da usarla a mio vantaggio.