Imparare a non rimandare
Perchè alcuni tendono a rimandare le "cose da fare"? Esistono dei rimedi?
Il rimandare è evidente dappertutto e ci insegue dalla mattina alla Sera. Piers Steel "Da domani non rimando più" Modadori, shttp://www.librimondadori.it/libri/da-domani-non-rimando-piu, spiega su basi scientifiche il fenomeno e cerca di illustrare piccoli accorgimenti che potrebbero aiutare a smettere di lasciare le cose in sospeso.
Dietro le decisioni che continuiamo a rimandare si nascondono delle leggi precise legate alle aspettative e alla motivazione. Si tratta dell’impulsività e del fattore tempo. Le persone impulsive tendono a preferire il piacere agli obblighi,alle cose difficili e più si lascai passare il tempo più è difficile decidere e si tende a rimandare.
Di solito si agisce se ci prevedono dei vantaggi chiari e più la ricompensa e le probabilità di ottenerla sono alte, più è semplice catturare l’attenzione.
L’anima è divisa ogni giorno: c’è continuamente il dilemma tra un’intenzione ragionevole e l’opposto impulso al piacere. Le buone intenzioni di un goloso a dieta crollano quando vede un dolce e non sempre c’è l’entusiasmo all’idea di dover fare le pulizie, soprattutto se c’è fuori il sole e si potrebbe fare una bella passeggiata.
Nel quotidiano ad esempio è utile porsi obiettivi positivi in modo da essere più motivati nell’agire. Nella dieta non ci si deve concentrare sullo sforzo di non mangiare dolci, ma interessarsi a mangiare cibi sani; oppure nel lavoro meglio non pensare a come fare per non rimandare gli impegni, ma cercare di mettersi al lavoro prima del solito; nei rapporti pensare “voglio piacerle, è più utile che “non voglio essere respinto ancora”.
L’impulsività pesa tantissimo sulla procrastinazione, ma cosa si può fare? Riflettere su quello che ci distrae da i nostri obiettivi e buoni propositi e agire subito: allontanare le tentazioni dagli occhi (ad es. non andare al supermercato affamati), oppure associare cose negative a quelle che invece ci tentano (ad esempio pensare che i pasticcini hanno la muffa ce li fa desiderare di meno).
Ecco come l’autore descrive poi i passi per far in modo che le distrazioni al lavoro, non facciano che rallentare la produttività.
- Screditare le tentazioni associando immagini negative ai cedimenti.
- Eliminare elementi distraesti: una scrivania ordinata è un primo passo.
- Mettere in evidenza messaggi che ricordano il perché del fatto che si è al lavoro.
- Tracciare confini rigidi tra lavoro e svago, in modo da non sconfinare….
- Se si ha un progetto davanti, ma si pensa di aver tanto tempo si tergiversa, si perde tempo, si trovano scuse…eppure muovendosi d’anticipo e gestendo gli impulsi a breve termine, si riescono a portare a termine grandi cose..
Un centimetro alla volta, la vita è una passeggiata, un metro alla volta una faticata. Un proverbio da far diventare una filosofia di vita.